venerdì 11 luglio 2014

Con Erasmus+ torna la mobilità per gli studenti

Era l’ottobre 2012 quando Alain Lamassoure, presidente della Commisissione Bilancio del Parlamento Europeo, lanciava l’allarme sul futuro dell’Erasmus. Il programma che dal 1987 ha fatto viaggiare più di 2 milioni di studenti, rischiava di chiudere a causa della mancanza di fondi. A stringere i cordoni della borsa erano stati i governi nazionali, assillati dai problemi finanziari che in quel momento gonfiavano gli spread e allargavano le distanze fra gli stati membri della UE.
A nemmeno 20 mesi da quelle vicende, la Commissione Europea ha deciso di tornare a scommettere sulla mobilità dei giovani come strumento di integrazione, rifinanziando il progetto con 14,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, il 40% in più rispetto ai fondi stanziati per il precedente Lifelong Learning Programme (2007-2013).
Il progetto si potenzia e diventa Erasmus+, a sottolineare la ritrovata energia e il rinnovato impegno delle istituzioni europee nei confronti di quello che è diventato uno dei simboli della nuova Europa senza frontiere. «Oltre 4 milioni di persone, fra cui studenti, tirocinanti, insegnanti e volontari, beneficeranno di sovvenzioni nei prossimi sette anni», ha dichiarato Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù.
Molte le novità: per la prima volta i finanziamenti saranno concessi non solo alle Università e agli Istituti di formazione, ma anche alle cosiddette “Alleanze per la conoscenza” e “Alleanze per le abilità settoriali”, vale a dire partenariati tra Istituzioni di istruzione superiore e imprese. Nel momento in cui il tasso di disoccupazione giovanile supera in alcuni paesi dell’Unione Europea la drammatica soglia del 50% (quasi 6 milioni di ragazzi e ragazze in cerca di impiego) sempre più urgente appare infatti la necessità di avvicinare formazione ed esperienze professionali, favorendo le occasioni di mobilità e incontro fra studenti e mondo del lavoro.
Fra gli altri soggetti di Erasmus+ anche alcuni Paesi extra UE: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e, da quest’anno, Turchia, Albania e Repubblica di Macedonia. A testimonianza di un’Europa che non resta chiusa nei propria confini ma che considera le nuove generazioni ambasciatrici di rispetto e civiltà.
 
© UnderTrenta

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